PiGrecoZen

festival internazionale di cinema

Pi Greco. Zen.

Pi Greco, Zen.

Due simboli familiari.

Pi Greco è un numero trascendente, irrazionale, con cifre decimali infinite.
Nello Zen il vuoto è considerato come contenitore del tutto.
Uno dei modi per rappresentarlo è un ideogramma dalla forma circolare.

Il cerchio che rappresenta lo Zen non è altro che un multiplo del numero Pi Greco.

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Formati richiesti: file in Full HD 1080 in formato compresso Mpeg4 (estensione .mp4) inviati via web (DropBox, WeTransfer o simili).

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La fretta è diventata la nostra inseparabile compagna, che ci ha fatto dimenticare il piacere delle piccole azioni, la gioia dei gesti semplici, la bellezza del mondo che ci circonda.

PiGrecoZen vuole aiutare l’uomo a ritrovare se stesso e il proprio cammino, riscoprendo i valori fondamentali.
Momentaneità, ovvero: vivere il momento.

La società occidentale è oggi spesso caratterizzata dal culto dell'esteriorità e della celebrità, nonché dalla assenza di spiritualità. Noi crediamo che il mondo non debba andare in questa direzione.

I "mostri" contro cui dobbiamo combattere dentro e fuori di noi ogni giorno, sono noti: il consumismo, l'egoismo, l'edonismo esibizionista, il prevalere, in genere, della sfera materiale su quella spirituale.

Ci lasciamo facilmente sedurre da messaggi televisivi e pubblicitari, dal cinema di facile consumo e di dubbio valore artistico, dalle trasmissioni dedicate al vasto pubblico, dove i protagonisti sono belli, levigati, sorridenti, possiedono automobili lussuose, vivono in dimore sfarzose, godono di un successo che ha apparentemente arriso loro senza alcun impegno o fatica, non hanno nessun tipo di problema serio né alcuna preoccupazione quotidiana degna di questo nome.

In realtà la vita reale, anche dei privilegiati, è tutt'altra cosa. Ci si ammala, si invecchia, si muore, si lavora, si rischia, si vive ogni genere di affanno.

La rincorsa al successo economico da ottenere senza troppe remore etiche e la vita vissuta all'insegna del divertimento sfrenato portano l'uomo moderno a provare penosi sentimenti di solitudine, di noia, di insicurezza, di vuoto esistenziale, di profondo disorientamento morale.

Questo fatto è paradossalmente acuito, anziché lenito, dalla libertà di cui gode l'uomo contemporaneo, dalla molteplicità di opzioni fra cui è chiamato a scegliere, in assoluta solitudine, senza riferimenti certi, senza guide che non siano il profitto economico e l'interesse personale. Viviamo oltretutto in un epoca di trasformazioni vertiginose, di cambiamenti continui, di complessità crescenti che esigono capacità di risposta non comuni e rischiano di schiacciare l'individuo facendolo sentire ancora più impotente ed insicuro.

Inoltre, negare o almeno comprimere la parte spirituale dell'uomo, come fa più o meno coscientemente l'Occidente, porta ad acuire una serie di mali sociali: la criminalità, il suicidio, la violenza.

In parte questo è il prezzo che si deve pagare al progresso, alla democrazia, alla libertà. Non tutti riescono a sostenere il peso che comporta il dover compiere scelte autonome; e talvolta i più deboli e violenti indulgono a comportamenti devianti, mentre i più sensibili possono cadere vittima di conflitti morali interiori devastanti.